Le diverse proprietà terapeutiche del tè verde, sono ampiamente dimostrate da vari studi scientifici: è in grado di ridurre l’assorbimento dei grassi, di inibire la crescita delle cellule tumorali nel fibroma uterino, è un potente antiossidante e antibatterico naturale ma in particolar modo, è degna di attenzione la sua capacità di regolare la pressione arteriosa.
I risultati ottenuti dai ricercatori in quest’ultimo campo, sono davvero incoraggianti e rappresentano un grosso passo avanti verso il trattamento con rimedi naturali e quindi non farmacologici delle malattie cardiovascolari e dell’ipertensione arteriosa. Fin qui, tutto quadra e le conferme arrivano anche da studi condotti in Giappone su gruppi di 45.000 persone tanto che i ricercatori, stanno valutando anche gli effetti di questa bevanda sulla fibrosi del cuore e del rene.
Ma vediamo ora cosa è stato di recente messo in evidenza da uno studio condotto da ricercatori giapponesi e pubblicato su rivista scientifica “Clinical Pharmacology & Therapeutics”.
Tale studio, effettuato su un gruppo di dieci volontari in terapia con farmaci antipertensione a base di Nadololo (principio attivo di detti farmaci), ha dimostrato che l’efficacia dei medicinali risulta ridotta se assunti in concomitanza a tè verde. E non serve berne una grossa quantità: bastano due sole tazze per favorire l’interazione!
Oggi sono molte le persone che hanno a che fare con questa patologia e che di conseguenza assumono farmaci; proprio per questo, sarebbe opportuno indicare nei foglietti illustrativi che li accompagnano questa importante interazione, come accade già per diversi rimedi a base di erbe, piuttosto che alimenti e bevande.
Come già sappiamo infatti, ci sono anche altre sostanze come ad esempio il succo di pompelmo che interagiscono con questi e altri farmaci ma bisogna ricordare che il Nadololo come principio attivo non viene impiegato solo come antipertensivo: è un betabloccante non selettivo usato anche per trattare l’angina, il dolore toracico e altre malattie cardiache oltre che tremore, malattia di Parkinson, emicranie e iperattività. Ecco che va richiamata l’attenzione non solo di chi è sottoposto a terapia antipertensiva….
Alla prossima!
Stefania
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